Ravensara o Ravintsara?

Esiste una certa confusione tra questi due oli essenziali, anche tra i produttori. Cerchiamo di fare chiarezza.
La ravensara (Cryptocarya agatophylla) è un sempreverde che si trova in Australia e Tasmania ed endemico in Madagascar. Per i malgasci è una pianta medicina (la “foglia buona, “ravina-tsara”) e dalla corteccia si produce anche il rum locale, che sa di anice.

Cinnamomum Camphora – (C)Guy Ackermans 2005

L’albero di ravintsara (Cinnamonum Camphora) non è invece originario del Madagascar ma venne introdotto nell’isola all’inizio del XIX secolo dalla Cina. Si tratta dell’albero della canfora che è pianta estremo orientale e nell’adattamento al clima subtropicale del Madagascar ha perso la capacità di produrre qualsiasi traccia di canfora.
Essendo il Madagascar non solo il suolo che nutre entrambe le piante ma anche il produttore di entrambi gli oli essenziali in commercio, un po’ di con-fusione resta.

Ti consiglio quindi di controllare il nome scientifico riportato in etichetta, il luogo d’origine e la parte della pianta da cui è distillato l’olio (in questo caso dalle foglie, ma sappi che dalla corteccia di agatophylla si estrae anche la ravensara anisata).

Quel che fa fede e dà l’impronta terapeutica agli oli è la loro composizione chimica: nella ravinsara si trova un’alta percentuale di 1.8 cineolo, un potente ossido che caratterizza le essenze più balsamiche e le rende efficaci non solo come espettoranti ma anche come antivitali.
Il 1.8 cineolo caratterizza la ‘forza’ di oli come il niaouli, il cajeput, l’alloro, l’issopo e di alcuni tipi di rosmarino e lavanda, che sono sempre da trattare con cautela.
La ravensara è invece più delicata e maneggevole, adatta anche ai bambini.

Entrambi gli oli hanno una decisa azione antivirale (azione antisettica e antibatterica) e sono ottimi nella prevenzione invernale o in caso di influenza e raffreddore.
Porto sempre in viaggio il mio flaconcino di ravensara e lo come disinfettante, esterno e interno.
Mi piace poi diffonderlo nell’ambiente quando ho bisogno di una mente fresca e chiara. Aiuta a focalizzare l’attenzione e spazza via i distraenti rumori di fondo.

Ho riscontrato degli ottimi risultati nel consigliarlo per trattare localmente l’herpes zoster, il Fuoco di Sant’Antonio, aggiunto nelle giuste dosi all’olio di Tamanu.
Ma attenzione: l’herpes zoster è una forma virale che va trattata soprattutto a livello interno, mentre alcuni gemmoderivati e oligoelementi saranno invece particolarmente efficaci per le forme di nevralgia post erpetica, aiutando ad estinguere definitivamente il fuoco.

E… la canfora? Esiste anche l’olio essenziale di canfora e, come verificherai in etichetta, è estratto dal legno della Cinnamonum Camphora.

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