L’olio essenziale di Cajeput è uno dei segreti meglio custoditi dell’aromaterapia: stretto parente dei più conosciuti tea tree e niaouli – e da loro sovente adombrato – associa sapientemente forza e gentilezza per farsi un prezioso alleato nei mesi invernali.

La Melaleuca leucadendron è un albero snello e flessuoso originario dell’Australia che prospera anche in Indonesia e Malesia, dove è chiamato “albero bianco” (in malese kaju è ‘albero, legno’ e puti ‘bianco’) per il caratteristico colore della corteccia, che si sfalda come morbidi fogli di carta. Bianchi anche i fiori, simili a vaporosi piumini, e argentate le odorose foglie. Tutta la pianta riverbera candore e si fa per questo simbolo di purezza.
Le Melaleuche son parte della famiglia delle Myrtacee e si caratterizzano tutte per una gamma di fragranze fresche ed erbacee, vagamente canforate e senza dubbio rivitalizzanti. Ma il profumo del cajeput ingentilisce i picchi più pungenti con una gaia nota fruttata e si trasforma così in una carezza di conforto per l’animo un po’ ingrigito, come certi cieli d’inverno.

Quest’olio è infatti un must della stagione invernale, consigliato innanzitutto per le eccellenti virtù antisettiche e antivirali sulle vie aeree, dove allevia la congestione che accompagna spesso le malattie da raffreddamento: raffreddori, sinusiti, bronchite, influenza. Qualche goccia aggiunta nel diffusore o nell’umidificatore è sufficiente a liberare rapidamente il respiro, oltre a mantenere gli ambienti salubri e prevenire la diffusione di virus e batteri. In più, riempirà l’aria di un profumo piacevole e ben tollerato da grandi e piccini.
Usato sulla pelle è anche un piccolo pronto soccorso per tagli e ferite, che pulisce e disinfetta. Da secoli le sue foglie sono anche un tradizionale antidolorifico naturale, almeno nelle zone in cui cresce spontanea: raccolte fresche, e poi contuse, erano applicate su articolazioni o muscoli dolenti, su nevralgie e usate contro il mal di testa, di denti o nelle otiti.
L’olio essenziale ha le stesse qualità analgesiche: perché allora non preparare un elisir semplicemente diluendone 10-12 gocce in 50 ml di olio vegetale (mandorle andrà benissimo)? Tienilo sempre a portata di mano e massaggialo all’occorrenza sulle zone dolenti e muscoli contratti, sulle tempie o in corrispondenza del dente che fa male. Lo amerai senz’altro!
Una mente leggera e focalizzata
La fragranza fresca e leggera ma penetrante del cajeput è quel che serve quando vuoi cambiar ritmo alla giornata e hai la mente un po’ annebbiata.
Risveglia i sensi e riattiva all’azione senza però eccitare il sistema nervoso, perché prende la via del respiro, lo strumento più potente che abbiamo per ridare energia a tutto l’organismo. Respirare (bene) significa infatti rinvigorire cellule e organi e spazzar via tossine sia fisiche sia psichiche. Non a caso l’attività cerebrale è legata simbolicamente all’elemento Aria.
Per cui ricorda: quando si tratta di ‘far chiarezza‘ – su un obiettivo della prossima mezza giornata o sui passi da compiere per direzionare la tua vita futura – hai bisogno di più aria nei polmoni!
Il gesto da compiere
concediti un breve stop in un qualsiasi momento della giornata e stappa il flaconcino…
portalo al naso…
fai 3 respiri lenti e lunghi e…
bentornat* in te!
Usalo sul chakra della gola
Legato all’elemento aria e, in particolare, al soffio che si fa suono (parola o canto), il chakra Vishudda è un ponte gettato tra mente e cuore, pensieri e sentimenti, razionalità e istinto. Vishudda regola la sfera della comunicazione e dell’espressione di sé, verbale o creativa.
Ogni volta che senti inibita o bloccata la tua espressività, magari dietro a una tossetta stizzosa o a un facile arrossire, massaggia 1 goccia di olio di cajeput sull’incavo alla base del collo e lascia fluire, respiro e… voce.
Miscele invernali per l’ambiente
Nel diffusore associa olio essenziale di cajeput (3 gocce) a
– legno di cedro (3 ) per catturare l’essenza di una foresta invernale
– arancio (4) o limone (3) per creare un’atmosfera giocosa e festaiola
– benzoino (3) in camera da letto, per lavar via i pensieri e conciliare il sonno
– lavanda (4) in ufficio, per calmare i nervi e aprire la mente