impara dalle piante

me li ricorderò sì questi giorni di tempo ‘sospeso’ all’interno della quarantena italiana… e mentre li sto vivendo m’è subito chiaro che, dentro a questa sospensione, c’è molto da comprendere che ha a che fare col mio bene.
m’è chiaro che fermarmi, ma per davvero, non è così immediato e nemmeno intrinseco nella prescrizione imposta dal decreto; e questo vale anche per il rallentare, che però percepisco chiaramente come un bene.
è questione di apprendere una nuova via e faccio appello a quel che ho imparato per metterlo in pratica.
e così penso alle piante e al loro insegnamento. faccio tesoro del loro sapere.
sto, come una pianta.

respiro e sto, ancor di più.
fuga e movimento sono istinti ancestrali, ma non l’unica soluzione e nemmeno l’unico patrimonio genetico che ci appartiene.
scendo dalla testa al corpo e vado dentro, possibilmente indietro, seguendo un cammino ontogenetico alla ricerca della pianta che ero.

è dentro, ancor più dentro me, viene prima che fossi animale e pesce. la trovo tra ossa e pelle. la mia pianta è fatta di respiro, sangue, capelli, apparati e sistemi, tessuti… la percepisco nella biologia del corpo.

“non fare nulla, non c’è bisogno di fare nulla” mi sussurra una voce saggia,
“ricordati solo di essere pianta”




un consiglio di lettura
:
Plant Revolution, Stefano Mancuso
dove troverai anche questo:

“…gli animali rispondono alle sollecitazioni più diverse utilizzando sempre la stessa soluzione, una sorta di passe-partout con cui affrontare ogni emergenza. Questa reazione miracolosa ha un nome: movimento. Una risposta potente, come una bella briscola che sistema tutto. Qualunque sia il problema, gli animali lo risolvono spostandosi: se non c’è nutrimento si va dove lo si può trovare; se il clima si fa troppo caldo, troppo freddo, troppo umido o troppo secco si migra dove le condizioni sono più adatte; (…). Il possibile elenco è lungo; potrebbe arrivare a contenere anche mille emergenze, alle quali c’è sempre e soltanto un’unica soluzione, la fuga. Che, a voler essere pignoli, non è una soluzione, ma tutt’al più un modo per scansare la difficoltà. Gli animali, quindi, non risolvono i problemi; più efficientemente li evitano, e sono certo che ciascuno di noi potrebbe arricchire con numerose esperienze personali la casistica a supporto di questa affermazione.Poiché il movimento è una risorsa cruciale per gli animali – addirittura, in situazioni di pericolo, la fuga è la loro risposta stereotipata – l’evoluzione ha lavorato senza sosta, per centinaia di milioni di anni, a raffinare questa capacità perché funzioni nel migliore dei modi, velocemente e senza intoppi. (…)
Per i vegetali, invece, la questione della velocità è del tutto irrilevante. Se anche l’ambiente in cui una pianta vive diventa freddo, caldo o pieno di predatori, la celerità della risposta animale non ha comunque per essa alcun significato. Molto più importante è trovare una soluzione efficace al problema; qualcosa che permetta di sopravvivere nonostante il caldo, il freddo o la comparsa dei predatori.
(…)
mentre gli animali reagiscono alle trasformazioni dell’ambiente che li circonda con il movimento, così da evitare i cambiamenti, le piante rispondono a un contesto in continua mutazione con l’adattamento.”

e tu, come stai oggi?
cosa mi racconti di te?

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